giovedì 10 febbraio 2011

Il capitano senza nome

Ci siamo conosciuti in una fase molto difficile della tua malattia, la sclerosi laterale amiotrofica, 3 parole che per te non avevano nessun significato ma ogni giorno ti davano sempre più peso.

Era come se portassi un brutto cappotto che non ti piaceva ma insistentemente lo sentivi pesare sopra il tuo corpo.

Ho sempre ammirato il tuo coraggio, eri come un capitano che sfreccia nel mare con la sua nave,
incerto di come sarebbe stato il suo viaggio.

Quando guardavi noi operatori i tuoi occhi brillavano come stelle, il tuo sorriso risplendeva, nonostante la sofferenza, come una bandiera.

Ecco... sicuramente resterai uno dei migliori capitani.

Anche se il tuo viaggio qui e' finito
spero che nell'azzurro del tuo mare il viaggio continui e non abbia ancora trovato meta.

Non ti dimentichero',

Ali d’angelo

Il di-segno

Ci troviamo in un bosco. Il profumo dell’erba, il fruscio delle foglie, l’aroma dei funghi e i tanti fiori selvatici inebriano i miei sensi. La creazione del nostro Dio illumina i miei occhi per le tante meraviglie. Tanti alberi rigogliosi pieni di frutti, quelli che offre la natura: per ogni stagione il suo frutto, la sua primizia. Il verde mischiato ad un po’ di giallo sono l’annuncio dell’arrivo dell’autunno.

Come in ogni stagione della nostra vita “fulmini e saette”… la pioggia scende giù a ritmo impetuoso, così le mie lacrime scendono dal mio viso. Non pioverà per sempre… dopo un lungo periodo di stagione invernale e di freddo nel cuore: la primavera, che riporta con sé luce, colori e un caldo mite.

Come una pietra infuocata torna a splendere il sole è come un cuore  matto che batte, non matto da legare, ma che ha tanta voglia di gridare perché ha molte cose da raccontare.

In questo bosco meraviglioso, nel creato meraviglioso, ci sono generi di animali di tutte le specie, ma un animale curioso ha spesso accompagnato il mio percorso. Un animale che incute un certo timore e sospetto, la sua immagine è cupa, i suoi occhi troppo grandi che mi guardano, mi fissano, mi seguono.

“Oh!” e qui la domanda sorge spontanea: “Non sarà mica una gufata?!”...

In realtà questo animale è buono, è una creatura voluta dal Signore. È un animale notturno, anch’esso bisognoso di trovare protezione, comprensione e un po’ di calore nel suo habitat naturale.

... “Non sarà che siamo troppo condizionati dalle immagini e dai preconcetti?”...

Come nel cuore di ogni uomo, così anche nel mio le tenebre della notte dovevano fare spazio alla luce del mattino.

Cosa cercano gli alberi del bosco, il fruscio delle foglie, gli animali di tutte le specie, la misteriosa creatura, il cuore impetuoso, la pioggia che scroscia, i fulmini che vengono giù come
saette, la pietra infuocata?

Non un castello regale, ma una dimensione in cui creature e creato trovano nel loro giusto equilibrio il ristoro e la pace.

Come dice quel proverbio: “La vecchia non voleva morire per imparare”, ebbene anche noi possiamo rileggere la nostra vita come  tessere di un mosaico pieno di colori, a volte anche spenti e tristi, altre volte ricchi di colori vivaci...

Di queste tessere nemmeno una sarà persa per riempire il disegno che Dio ha prestabilito per ognuno di noi.

“Ci vorresti mettere una cornice? Lo puoi fare. Preferisci senza? Lascia stare. Comunque vada, il tuo “disegno” non lo potrai buttare”.

Grillo