L'esperienza
ci insegna che l'esistenza è costellata di scelte, e che queste comportano
sempre tra le opzioni la rinuncia; ma
siamo sicuri che questa possibilità sia a nostra discrezione? E' indubbio che
nei bivi posti dalla vita noi abbiamo un'influenza, ma la rinuncia rimane
presente in ogni nostra decisione, come la scelta tra due porte, quando se ne
apre una l'altra si chiuderà, ed è proprio questa chiusura che ci permette di
avanzare nel nostro cammino; infatti le scelte non riguardano il cosa fare ma a
cosa bisogna rinunciare!
Quest'atto
nasce dalla volontà di ogni singolo individuo, ma essa non dipende
esclusivamente dal suo autore; la rinuncia nasce da molteplici fattori che si
uniscono in questa decisione e il proprio contributo è minimo.
L'ostilità dell'uomo nei confronti della rinuncia è dato dalla paura, uno dei componenti fondamentali dell'essere umano; ma il timore nei confronti della scelta nasce dalla paura partorita dalla ragione, non da quella primordiale, cioè quella appartenente all'istinto; e l'unico modo per accettare la rinuncia e le sue conseguenze è quello di dover sopprimere questa paura riconoscendo che a volte un rifiuto può portare ad avvenimenti positivi. Questo riconoscimento però è costretto in un angolo in attesa che l'uomo compia la sua prima grande rinuncia, cioè quella dei suoi timori.
Raffaello