venerdì 20 settembre 2013

...e ti accorgi che il tempo è passato...


E' arrivato maggio, maggio del 2012,

nella dispettosa memoria del 1982,

un maggio di attesa dell'iscrizione alla scuola guida,

una ragazza bionda che andavi a trovare la sera,

il Bar Roma, la compagnia, il tuo Laverda blu,

il passato che già pesava,

ma un futuro che non era ancora scritto, almeno credevo,

pensavo non fosse ancora scritto.


Strane sensazioni, perdite di sensibilità, paresi facciale, e il medico che dice:

"reumatismi", "problemi psicologici", "fantasie".

Ricordo i giorni, ricordo le ore, il primo ricovero,

il reparto pieno ogni giorno dei miei amici,

mai solo, ma già lontano da loro.


Il secondo ricovero, il terzo, il quarto, sei mesi d'ospedale nell'83,

la patente che era già un ricordo e le mani che non mi permettevano di scrivere,

nè di allacciarmi camice e lacci, e mia nonna che lo faceva per me.


Gonfio di cortisone, dentro "un nuovo mondo" che pensavo transitorio,

poi la diagnosi, gli immunosopressori, i problemi agli occhi, la stanchezza,

la stanchezza che più non mi avrebbe abbandonato,

sempre presente come unica compagna fedele delle mie giornate.


Prima un bastone, poi il secondo, poi la sedia,

sempre la distanza, tra il tuo di mondo e l'altro di mondo,

il mondo che cammina sempre più veloce del tuo

e quando finge di aspettarti non ti aspetta nè ti cerca oltre.


Sono 30 anni,

30 anni di sclerosi multipla e mi pesano come non mai,

per quello che mi hanno tolto e che non mi ritornerà,

perchè quando ti accorgi che il tempo è passato,

il tempo è già passato.




Roberto